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BREXITALY

BREXITALY

BREXITALY

3 novembre > sala 2 > ore 22:15

Italia – 2019 – colore – 40’

 

Regia: Carmine De Ieso, Martina Galiè, Greta Rossi
Musica: Davide Norcini. Il brano Cotton è di Valerio Lysander
Con: Daria Mazzocchio, Marco Turcich, Michele Di Milo, Aisha Offeh, Giuseppe Colancino, Silvia Consoli, Riccardo Mischiatti, Valerio Alessandri, Biagio Cilia, Lucrezia Pollice, Antonello Corvaro, Nicholas Leppini, Sara Fattore, Lorenzo Melini, Giulia Biagini, Silvia Tanzini, Cristiana Saraceni, Giorgia Caristi, Antonella Liaci, Alessandro Bossio, Isis Madonna Basile, Riccardo Vargiu, Carla Marchis, Guglielmo Savergnini, Gianluca Sorrentino
Produzione: Centro Sperimentale di Cinematografia – sede Abruzzo

 


SINOSSI
Londra 2019, la Brexit è ormai come Godot: si aspetta ma non arriva mai. Nell’attesa alcuni giovani italiani emigrati in Inghilterra raccontano le loro storie. Disillusi dall’instabilità e dalla bassa prospettiva di crearsi un futuro nel proprio paese d’origine, raccontano l’inizio del loro viaggio verso il “nuovo mondo”, la difficoltà ad ambientarsi, la lontananza dagli affetti. Brexitaly di Carmine De Ieso, Martina Galiè, Greta Rossi, è il film di diploma del corso di Reportage, attivato dalla sede Abruzzo del Centro Sperimentale di Cinematografia.

 


 

NOTA DI REGIA

Brexitaly nasce da una domanda: bisogna per forza andare all’estero per avere un lavoro e un tenore di vita gratificante oppure è possibile restare in Italia? Per scoprirlo abbiamo ascoltato gli italiani che se ne sono andati, quelli che per diversi motivi hanno scelto di trasferirsi a Londra. Abbiamo realizzato un affresco generazionale raccontato in prima persona dai protagonisti: giovani tra i venti e i quarant’anni provenienti da tutta Italia. Tramite loro abbiamo cercato di trovare delle risposte per il nostro futuro e per quello dei giovani che si trovano di fronte allo stesso dilemma: restare in Italia o andarsene? Il documentario segue un’alternanza tematica e di tono: i bei ricordi legati all’Italia, il trauma del primo giorno, l’impatto dolceamaro con la città, il lavoro, la famiglia lontana, il sentirsi dei migranti e ovviamente la Brexit.”