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IL SUONO DELLA VOCE

IL SUONO DELLA VOCE

IL SUONO DELLA VOCE

4 novembre > sala 1 > ore 17:00

Italia – 2019 – colore – 65’

 

Regia: Emanuela Giordano
Sceneggiatura: Tosca, Emanuela Giordano
Fotografia: Stefano Ricco
Montaggio: Stefano Ricco
Interpreti: Marisa Monte, Ivano Fossati, Ivan Lins, Luisa Sobral, Lotfi Bouchnak, Cyrille Aimée, Rogê, Alice Caymmi, Mariene De Castro, Aline Calixto, Vincent Segal, Awa Ly, Salim Dada, Evandro Dos Reis, Maria Anadon, Thiago Delegado, Massimo De Lorenzi, Ermanno Dodaro, Giovanna Famulari, Alessia Salvucci
Produzione: Leave, RaiCinema

 


SINOSSI
Il suono della voce è un documentario nato da un’idea di Tosca con la regia di Emanuela Giordano. Racconta un viaggio, un lungo tour internazionale: Tunisi, Algeri, Rio de Janeiro, Brasilia, San Paolo, Belo Horizonte, Parigi, Lisbona e infine Genova. Ogni città è un concerto, una scoperta umana, un incontro inaspettato, un ospite che ci svela qualcosa di inedito della sua cultura, un duetto musicale che ci incanta alla prima nota. Il suono della voce è una ricerca, un incontro di idee e di sensibilità diverse, unite dalla musica, dalla voglia di sperimentare, di scoprire, di meravigliarsi senza essere prigionieri di vincoli, mode e tendenze discografiche.
Insieme a Tosca in questo viaggio e sul palco: Giovanna Famulari al pianoforte e violoncello, Massimo De Lorenzi alle chitarre e Alessia Salvucci alle percussioni.

 


NOTA DI REGIA

Il Suono della Voce è un documentario che s’ispira idealmente alla grande lezione di Wim Wenders, al suo amore per la musica e per il viaggio. Oltre alla trilogia “della strada”, mi riferisco naturalmente ai celebri Buena Vista Social Club e Lisbon Story dove, attraverso melodie popolari, si scopre con altri occhi una città o un paese. Wenders insegna una curiosità leale che non antepone estetica ad etica, la forma al contenuto. La realtà non viene artefatta, edulcorata o resa più affascinante di quello che è. La vera emozione, la vera epifania ce la offre l’incontro tra gli artisti e la scintilla che ne può scaturire. Per questo credo sia giusto usare in modo meno invasivo possibile le macchine, facendo in modo che quasi ci si dimentichi di loro. Idealmente l’occhio che osserva sarà quello curioso ed ironico di Tosca, artista in grado di mettere a proprio agio gli altri e dotata di un orecchio straordinario, che la rende capace d’improvvisare una melodia appena sentita. L’idea è quella di cogliere in ogni paese (cultura, città) un’urgenza propria, uno stato d’animo del momento (rinascita, disincanto, tensione, effervescenza, ecc) ma senza forzare la mano. Vorremmo poter avvertire l’aria che si respira “giocando” su quello che si era e quello che si è, noi viaggiatori portando l’Italia e i nostri ospiti regalandoci una briciola di intima (ma anche feroce) verità. Senza trucchi, senza pose, con un uso molto naturale della luce, cercando spazi non “turistici” da cartolina ma case, cortili, giardini e mercati dove realmente si vive e, ci auguriamo, si canti ancora!”

 

PREMI E FESTIVAL/ AWARDS AND FESTIVALS
2019 Alice nella Città

 

 


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