COLLECTIVE
Colectiv
13 novembre > SALA 4 ore 21.30
Romania, Lussemburgo – 2019 – colore – 103′
CREDITS
Regia: Alexander Nanau
Sceneggiatura: Antoaneta Opriopris
Fotografia: Alexander Nanau
Montaggio: Alexander Nanau, George Cragg, Dana Bunescu
Sound design: Angelo Dos Santos
Musica: Kyan Bayani
Produttrici: Hanka Kastelicova, Bianca Oana in coproduzione con Bernard Michaux, Hanka Kastelicová
Produzione: Alexander Nanau Production
Distribuzione italiana: I Wonder Pictures
SINOSSI
Dopo che un terribile incendio provoca la morte di 27 persone in un nightclub di Bucarest, il Colectiv, le autorità rassicurano il popolo sul fatto che i feriti riceveranno le cure necessarie presso strutture definite “migliori di quelle della Germania”. Settimane dopo, il conteggio crescente delle vittime spinge gli intrepidi reporter della Sports Gazette a investigare sull’accaduto. Proprio in quel momento una soffiata smaschera la Hexi Pharma, un’azienda locale il cui capo muore in circostanze misteriose. Il Ministro della Salute si dimette in silenzio nel bel mezzo dei tumulti. Ma questo è soltanto il primo capitolo di una denuncia scioccante e piena di colpi di scena. Collective è una frenetica detective story in tempo reale su verità, responsabilità e valore di una stampa indipendente in un’epoca fortemente polarizzata.
NOTA DI REGIA
“Nessuna intervista, nessuna voce fuori campo. Il mio processo di produzione di documentari è puramente osservativo. È un processo di apprendimento dalla vita altrui, di crescita a livello personale avvicinandosi il più possibile, fino a un punto di completa identificazione, con i protagonisti scelti. Quando inizio a filmare una storia non voglio sapere troppo dai miei personaggi, né sui miei personaggi. In realtà non so mai per certo se, dal momento in cui entro nelle loro vite, qualcosa di degno di nota di una storia cinematografica si svilupperà ulteriormente. Ma quello che provo durante il processo, cerco di inquadrarlo in un modo che faccia sentire gli spettatori come se vivessero in stretta vicinanza e scoprissero i personaggi. Lo spettatore dovrebbe sentirsi come se assistesse al proprio processo di crescita personale attraverso la vita degli altri. Penso che sia quello che dovrebbe fare il cinema. Sono nato in Romania. Ho vissuto la maggior parte della mia vita in Germania, ma alla fine del 2015, quando la Romania è stata devastata dall’incendio del club Colectiv, ero già tornato a vivere a Bucarest. Essendo proprio lì in quel momento, ho sperimentato tutta la portata del colpo subito da una società europea democratica che non avrebbe mai potuto immaginare che dozzine di persone potessero morire andando in un club. L’incendio del Colectiv è stato un trauma nazionale. Sembrava che tutti nel Paese ne facessero parte. Come ogni singolo essere umano traumatizzato, una società traumatizzata diventa facile da manipolare È facile mentirle Nei giorni successivi all’incendio ho assistito al divulgarsi di una bugia istituzionale su come le autorità stessero gestendo perfettamente la tragedia. Cosa che è stata costantemente ripetuta a una popolazione in lutto, attraverso tutti i media. Ho visto la manipolazione mettere a tacere le persone e impedire loro di fare domande, mentre i giovani feriti nell’incendio continuavano a morire negli ospedali. Il mio primo vero tentativo è stato quello di capire l’impatto diretto della tragedia sulla vita privata dei sopravvissuti e sulle famiglie che avevano perso i loro figli negli ospedali, dopo l’incendio. Il regista Mihai Grecea è uno dei sopravvissuti al Colectiv e si è unito alla mia squadra subito dopo essersi svegliato dal coma. Insieme a Mihai, mi sono tuffato nella grande famiglia delle vittime di Colectiv. Sono rimasto il più vicino possibile a loro, attraverso il loro più profondo dolore e la loro lotta per capire perché hanno dovuto perdere i loro cari, settimane dopo l’incendio, se le cure mediche che hanno ricevuto erano buone come affermavano le autorità. La sfida più difficile per me, come padre, è stata assistere al dolore che i genitori hanno dovuto affrontare dopo aver perso un figlio. Il dolore di non essere riusciti a salvare la vita del proprio figlio, mentre sarebbe stato ancora possibile, a causa del potere e delle menzogne delle autorità statali. Ero ben consapevole che un giorno la stessa situazione avrebbe potuto colpire me, e allora ho sentito il bisogno di capirne di più, approfondire, raggiungere e provare a filmare ciò che era nascosto. È stata una decisione organica quella di seguire i pochissimi che dubitavano anche della versione ufficiale degli eventi. Quelli che facevano domande inaspettate, ma semplici. Quindi, l’ufficio del team investigativo dei giornalisti di Sports Gazette che ha iniziato a indagare sul ruolo delle autorità nella tragedia subito dopo l’incendio, è stato il posto migliore per iniziare a filmare la parte della storia che volevo capire. Sebbene avessero iniziato cercando risposte semplici, i giornalisti si sono immersi sempre di più in un’intera rete di bugie e corruzione all’interno del sistema sanitario. Anche quando messi in discussione da tutti, loro non hanno abbandonato la ricerca della verità. Incoraggiato dall’ostinazione dei giornalisti, un medico è entrato nella loro redazione e ha confessato il reale stato degli ospedali rumeni e la loro incapacità di curare anche un solo paziente ustionato. Sono seguiti altri informatori. Le indagini hanno iniziato a svelare una serie di fatti schiaccianti sulla corruzione nel sistema sanitario, che per anni ha messo in pericolo la vita dei pazienti. A quel punto, stavo già seguendo il lavoro dei giornalisti con la mia camera mentre venivano coinvolti in un vortice di rivelazioni, raggiungendo i più alti livelli di governo. Ho seguito ogni passo e ho condiviso tutti i rischi che il team investigativo ha corso. Come testimone silenzioso, equipaggiato con una macchina da presa ho potuto sperimentare e inquadrare la vita genuina e intima dei giornalisti e capire il processo di nascita delle notizie. Dalla prima semplice domanda che il giornalista si pone, alla ricerca, alla segnalazione, alla raccolta di prove, alla verifica dei fatti, all’approccio alle fonti, fino alla decisione sull’impaginazione, la stampa e la pubblicazione. Con il cambio del Ministro della Salute, ho colto l’occasione per porre il mio obiettivo anche sui meccanismi interni del governo statale. Ho avuto la fortuna di avere la fiducia di un nuovo Ministro dalla mentalità aperta che mi ha dato un accesso senza precedenti al sistema dall’interno. Ho portato la mia camera nelle riunioni dei consulenti, durante le sessioni di brainstorming e nelle riunioni di coaching prima di andare in conferenza stampa. Ho potuto assistere a decisioni di gestione delle crisi e a momenti di crisi personale Ho filmato mentre veniva alla luce una verità schietta sulla fragilità delle democrazie e delle loro istituzioni statali senza il costante controllo dei media e del popolo. La sfida più grande che abbiamo dovuto affrontare durante la fase di montaggio del film è stata quella di bilanciare gli eventi della vita reale, visti da diverse prospettive, e offrire una migliore comprensione dei poteri che plasmano la nostra vita privata in una società. Quando ho cominciato a lavorare a questo film all’inizio del 2016, non avrei mai immaginato che proprio quell’anno sarebbe stato un importante punto di svolta per la democrazia in tutto il mondo. Non avrei mai immaginato che, alla fine della produzione, la maggior parte di ciò che si sarebbe potuto dire sulla società rumena sarebbe stato uguale per democrazie più antiche e più consolidate, come Regno Unito, Stati Uniti, Italia, Brasile, Ungheria, Polonia, Turchia, ecc. C’era un modello di populismo che prendeva il sopravvento, mentendo e attaccando la libera stampa, abusando delle istituzioni statali nel proprio interesse e facendo scempio del significato stesso dei valori liberali e delle strutture sociali. Il 2016 ha messo alla prova le democrazie in tutto il mondo, ma ha anche messo alla prova ognuno di noi.”
PREMI PRINCIPALI
2020 European Film Awards: Miglior Documentario
2020 Sofia IFF – Concorso Internazionale di Documentari International: Premio Speciale della Giuria
2020 Tromsø IFF: Premio Don Quixote
2021 National Society of Film Critics Awards, USA: Miglior Film in Lingua Straniera