Giovanna Mezzogiorno
Biografia
Giovanna Mezzogiorno nasce a Roma il 9 novembre 1974, figlia degli attori Vittorio Mezzogiorno e Cecilia Sacchi. Attratta dalla recitazione, si è formata a Parigi nel laboratorio teatrale del regista Peter Brook al Centre International de Créations Théatrales, che l’ha diretta nel suo debutto sul palcoscenico delle Bouffes du Nord nella stagione 1995-96 con lo spettacolo: Qui est là, tratto dall’Amleto di Shakespeare, dove interpreta Ofelia. Nel 1997 il debutto al cinema con Il viaggio della sposa di Sergio Rubini, che apre la sezione Mezzanotte della 54ma Mostra di Venezia e subito le vale la Targa d’Argento “Nuovi Talenti del Cinema Italiano” alle Grolle d’Oro, oltre al Globo d’Oro della Stampa Estera e al Premio Internazionale Flaiano come Migliore Interprete Femminile. L’anno dopo, con Del perduto amore di Michele Placido, presentato fuori concorso a Venezia, vince il Nastro d’Argento, il Ciak d’Oro e il Premio Pasinetti come Migliore Attrice Protagonista. Seguono quindi Asini di Antonello Grimaldi (1999), Un uomo per bene di Maurizio Zaccaro (1999), Tutta la conoscenza del mondo di Eros Puglielli (2000) e L’ultimo bacio di Gabriele Muccino (2000), Premio Internazionale Flaiano per la Migliore Interpretazione Femminile.
Nel 2002, in Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni di Ferdinando Vicentini Orgnani ricostruisce la triste vicenda della giornalista Rai assassinata a Mogadiscio. L’interpretazione, oltre a confermare il suo interesse per storie con protagoniste donne forti e l’amore per un cinema di impegno civile, le vale un nuovo Nastro d’Argento come Miglior Attrice Protagonista. Nello stesso anno, inaugura un importante sodalizio professionale con Ferzan Ozpetek, per cui recita ne La finestra di fronte, con cui vince David di Donatello, Nastro d’Argento, Globo d’Oro e Best Actress Award al Karlovy Vary International Film Festival. I due si ritroveranno nel 2017 in Napoli velata, che le varrà il Premio Silver George come Migliore Attrice al 40° Festival Internazionale di Mosca. Il terzo Nastro arriva invece con L’amore ritorna, del 2003, che la vede di nuovo al fianco di Sergio Rubini. Nel 2005 è nuovamente alla Mostra di Venezia con La bestia nel cuore di Cristina Comencini, problematica vicenda familiare che le vale la Coppa Volpi per la Miglior Interpretazione Femminile. Torna a recitare in teatro: nel monologo 4.48 Psychosis di Sarah Kane, regia di Piero Maccarinelli e in Sogno d’autunno di Jon Fosse, regia di Valerio Binasco. Arrivano anche le prime incursioni sul piccolo schermo, con Più leggero non basta di Elisabetta Lodoli (1998), I Miserabili di Josée Dayan (2000), Il mistero di Thomas di Giacomo Battiato (2002), Virginia di Alberto Sironi (2004), via via proseguendo con In Treatment 3 di Saverio Costanzo (2017) fino a Io ricordo Piazza Fontana di Francesco Miccichè (2019).
Sempre al cinema lavora con registi come Francesca Archibugi (Lezioni di volo, 2007), Davide Marengo (Notturno bus, 2007), Mike Newell (L’amore ai tempi del colera, 2007), Wim Wenders (Palermo Shooting, 2007), e, soprattutto, Marco Bellocchio, che le regala uno dei suoi ruoli più importanti. Con Vincere, infatti, vince tra gli altri il Nastro d’Argento e il Globo d’Oro come Migliore Attrice Protagonista in Italia, il Silver Hugo for Best Actress al 45° Chicago International Film Festival, il Best Actress Award 2010 dell’Associazione dei Critici Cinematografici Statunitensi e il Sant Jordi 2011 come Migliore Attrice Straniera in Spagna.
Nel 2009 partecipa, nelle vesti di co-produttrice e voce narrante, al documentario sul padre Vittorio: Negli occhi di Daniele Anzellotti e Francesco Del Grosso, Menzione Speciale della Giuria Controcampo Italiano alla 66° Mostra di Venezia. Seguono La prima linea di Renato De Maria e, nel 2010, l’esordio registico di Rocco Papaleo, il brillante Basilicata coast to coast. Sono anni in cui la sua versatilità la porta a diversificare i registri, passando dalle interpretazioni in ruoli impegnati per Ivano De Matteo (I nostri ragazzi, del 2014), Gianni Amelio (La tenerezza del 2016), Leonardo Guerra Seràgnoli (Gli indifferenti, 2019, tratto da Moravia) e Daniele Luchetti (Lacci, 2019) a commedie stile Come diventare grandi nonostante i genitori di Luca Lucini (2016). Nel mezzo si rinsaldano anche alcuni importanti sodalizi artistici, come quello con il già citato Ozpetek e con Cristina Comencini in Tornare (del 2019).
Nel 2023 debutta come regista e sceneggiatrice con il cortometraggio Unfitting, che ottiene il Globo d’Oro 2024 come Miglior Cortometraggio e il Woman In Cinema Award 2024 alla 81° Mostra del Cinema di Venezia. Un anno dopo un altro debutto, stavolta come scrittrice, con il libro Ti racconto il mio cinema, edito da Mondadori Libri per Ragazzi, Premio Internazionale Flaiano Speciale 2024.
Artista versatile e attiva su più mercati, nel 2014 è stata insignita Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres (Cavaliere dell’Ordine delle Arti e Lettere) dal Ministero della Cultura francese.
foto di Gianmarco Chieregato – courtesy Saverio Ferragina